Presentazione articolo
Pubblichiamo, in contemporanea con Volerelaluna, un interessante intervento di Carlo Sorgi, ex magistrato che negli anni passati ha condiviso con Comma2 la battaglia contro il lavoro povero e per il salario minimo, che si pronuncia a favore della firma della petizione proposta in tema dalle “opposizioni”.
La nostra associazione non può che essere lieta che, finalmente, questo tema occupi le prime pagine dei giornali: conseguentemente auspica che le forze politiche promotrici della proposta di legge - e quelle sindacali che l’hanno appoggiata - vogliano, con coerenza, fare tutto il possibile affinché essa vada in porto. Così, purtroppo, non è accaduto in passato, come evidenzia Sorgi nel suo articolo.
La Presidente del Consiglio, spiazzata dagli ampi consensi registrati dai sondaggi a favore del salario minimo legale, nel tentativo di arginare una valanga che potrebbe fortemente compromettere la sua popolarità, con i suoi alleati di governo sembra voglia farsi paladina della contrattazione collettiva in alternativa al salario minimo per legge: dovrebbe, però, in tal caso affermare di ritenere giusto che, nel caso in cui un contratto collettivo lo preveda, sia lecito lavorare a tempo pieno per meno di 700 euro netti al mese. Questo fenomeno, infatti, riguarda certamente i cd. “contratti pirata”, che vengono inventati - e applicati da datori di lavoro spregiudicati - all’unico scopo di ridurre i diritti economici e normativi dei lavoratori e delle lavoratrici; ma può, purtroppo, coinvolgere anche contratti collettivi sottoscritti da associazioni sindacali maggiormente (e comparativamente) più rappresentative. È, perciò, con un certo imbarazzo che abbiamo assistito, negli ultimi anni, a pronunce dei Giudici del lavoro di numerose città che hanno accertato come “tariffe sindacali” fissate – per determinati settori – da organizzazioni sindacali tradizionali , fossero al di sotto della soglia di povertà, e conseguentemente in contrasto con l’art. 36 della Costituzione che impone che qualsiasi retribuzione sia idonea a garantire un’esistenza libera e dignitosa.